lunedì 24 maggio 2010

Una Lingua sul Cuore

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un'autrice italiana che vi consiglio di tenere d'occhio, Carlotta De Melas. Esula dai generi che di solito leggo, e cioè fantasy e urban, ma devo dire che la scrittura di questa ragazza mi ha molto colpito: da tempo avevo sentito parlare del suo primo romanzo, Una Lingua sul Cuore, ma non mi decidevo mai a comprarlo. Finchè un giorno un Gabriella mi ha chiesto se lo volevo in prestito ed io ho accettato, anche se sempre un po' restia. Perchè?vi starete chiedendo. Beh, innanzitutto perchè, come vi ho detto, non è un libro che fa parte dei generi che di solito prediligo; in secondo luogo avevo letto in alcuni commenti che la scrittura di Carlotta si avvicinava a quella di Isabella Santacroce che personalmente non mi piace(lapidatemi pure se volete, del resto i gusti son gusti!Vi dico solo che ho letto Revolver sino a metà e poi l'ho regalato: evidentemente non fa per me). Bene, tutto questo sproloquio per chiarirvi che mi sono avvicinata a Una Lingua sul Cuore piena di dubbi. Ma Carlotta mi ha stupito: il libro ha una trama da pugno nello stomaco, ambientato nella cosìddetta Milano-Bene tra un sussegguirsi di alcool, sesso e traumi, infantili e no. Lo stile richiama quello santacrociano ma non arriva ad esso, e come vi ho detto per me è stato un bene, per Carlotta riesce benissimo a richiamare comunque immagini forti e dolorose. La storia in sè non può non colpire, non può non far riflettere, provare pena: Morena è una ragazza che nonostante abbia avuto tutto materialmente parlando, non ha avuto ciò che realmente è importante. E quando riesce a trovarlo le viene strappato via, con ferocia, con malvagità, dal caso, da un maledetto destino avverso che la fa precipitare in una spirale in cui non potrà far altro che scendere, sempre più in basso: di solito si dice che una volta toccato il fondo non si può far altro che risalire. Non è così. Nel fondo dell'abisso ci si può anche rimanere.

182 pagine
Editore:Giraldi
Prezzo: 12,00€
Nota negativa: purtroppo nel testo ci sono alcuni refusi che innervosiscono.

Una lingua sul cuore è la storia agrodolce di Morena, una ragazza di ventitré anni che si è trasferita a Milano per questioni di studio, per fuggire dalla sua famiglia, da un padre distratto e da una madre che è in continua sfida con la figlia. Milano diventa il palcoscenico perfetto per demolire sia nella mente che nella realtà l’apparenza che la circonda usando il suo corpo, usando il sesso, usando il vuoto. Il dolore è l’antagonista di Morena, diventa personaggio quasi umano: fa perdere i confini fra le allucinazioni e la realtà, oscillando fra il passato e presente. I personaggi che ruotano intorno alla figura di Morena sono diversi. L’amica Anna. Il ricordo di Marco che appare nel testo con diversi flashback, estremamente puliti e teneri,proprio per contrapporsi al tempo presente. Giacomo,un ex amante della madre che diventa anche il suo in una storia rubata alle giornate, una relazione dai colori opachi delle tende abbassate di suite costose. Una psichiatra-tennista, che definisce con un nome quello che sta accadendo a Morena. Le sigarette fumate in maniera ingorda, che diventano un’estensione delle sue mani nevrotiche e sensuali. Milano che prende vita,la notte stessa. Poi si alternano uomini privi di nomi, ragazzi della Milano bene,giovani rampolli con vizzi e peccati nascosti nel cofano di macchine fuori serie. Tutti personaggi di una giostra impazzita che lentamente, pelle dopo pelle, perde il suo ritmo e nel silenzio si blocca.

"Non ho il diritto di soffrire, ma soffro. Soffro con metodo, con calcolo e sapienza. Sono abile nell'arte del patimento, nell'infliggere condanne nel tentativo di espiare un solo peccato."

"Nessuno mai più sarà la parte migliore di me.
Con nessuno mai più piangerò per i reciproci tagli dentro. Perché solo quell'Amore sa dei tagli dell'anima e vorrebbe riempirli."


"Rimango immobile con le mani appoggiate alla finestra, sputando l'aria fuori con un grosso respiro e aspettando che sul vetro si formi una patina. Un alone che dimostra che io esisto"

"Se ficcassi due dita nel cuore riuscirei a vomitare pezzi rotti di ricordi?"

 "Io continuo a baciare queste labbra morbide e profumate mentre il cielo si colora. Mordo una favola. Bacio un sogno. Sto leccando un cuore di marzapane. Sto conoscendo Romeo. Sto baciando l'amore che sta riempiendo la mia bocca di gioielli..."

""Ti amo" dico alle sue labbra perfette.
E se ho detto questa frase a qualcuno prima di lui, a quelle facce che si muovono nel passato direi di ridarmi indietro questa parola."


 "Ti ha portato all'obitorio ignorando che stava trascinando via anche me. Anch'io sono un cadavere, morire da vivi affatica, addolora perchè non smetti di morire, in nessun giorno."

Trovate QUI il blog dell'autrice.

Carlotta ha inoltre scritto un altro libro che penso mi procurerò al più presto:
Randagi

224 pagine
editore: Eusmewill
Prezzo: 14,00€


Randagi è la storia di Angelina... ma Nina suona più dolce, dice.
Ha diciannove anni, la poliomelite contratta da bambina l'ha resa zoppa. Odia il colore rosso perché le ricorda il male. Quando è nervosa vomita.
Nina, dopo il suicidio inspiegabile del fratello Matteo e la reazione assurda dei genitori, decide di scappare da casa. Sceglie una destinazione a caso sul tabellone delle partenze in stazione, sale su un treno per Milano. Vivrà in una cascina occupata vicino alla tangenziale tra i cosiddetti "punk a bestia", farà colletta in centro. In compagnia di ragazzi al margine, che scappano dalla vita, vivrà una paradossale favola agrodolce. Conoscerà un angelo filosofo, una fata di plastica vestita di stracci che parla con lo spirito di Kurt Cobain, un cavaliere unicorno accompagnato da un fedele cane che fa graffiti nei cunicoli della metropolitana.
Godrà di momenti d'amore ma scoprirà anche la violenza, lo smarrimento, la droga, la solitudine. Fino a che qualcosa cambierà nuovamente la sua vita.

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