martedì 27 luglio 2010

L'Uovo fuori dal Cavagno

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una novità editoriale pubblicata dalla casa editrice Elliot: si tratta di "L'Uovo fuori dal Cavagno" di Margherita Giacobino. A voi la scelta tra recensione e videorecensione.


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Untitled from yuko on Vimeo.


"Non è mai troppo presto per imparare a difendersi. 
A cinque anni mi misero gli occhiali. Si ruppero quasi subito, mentre mi azzuffavo con un bambino che mi aveva presa in giro per quella grossa montatura scura che mi sballonzonava sul naso mentre correvo. Ho dimenticato il nome di quel bambino, però ho ancora sulla mano la cicatrice che mi procurai rotolando sugli occhiali mentre ci prendevamo a calci e pugni."

Gioia è una bambina estremamente intelligente che sin dalla tenera età dimostra la sua attrazione per individui del suo stesso sesso: alle elementari si innamora di Veronica, con una spiccata curiosità per la dimensione erotica dell'amore che esplica nello giocare al dottore con la sua amichetta. Ma quando i genitori le scoprono, la madre di Veronica consiglia caldamente alla madre di Gioia, Elisabetta, di mandarla da uno psicologo. Gioia cresce accudita da Cecca, un'anziana che si prende cura di lei quando i genitori sono al lavoro e le spiega come funziona la vita secondo il suo particolare punto di vista: e anche Gioia è unica, si sente diversa dalle altre ma da loro irrimediabilmente attratta. Alle superiori è una giovane solitaria ed un bel giorno vede entrare in classe l'amore della sua vita: Stef, avvenente, con un fisico statuario e due occhi da perdere il fiato. Le due diventano migliori amiche e Gioia si crogiola nella sua ammirazione, seguendola ovunque e comunque finchè Stef pare ricambiare il suo sentimento: alla giovane quasi non pare vero e comincia un periodo idilliaco in cui tocca il cielo con un dito. Ma il destino le è avverso e quando infine capisce che nel futuro di Stef non c'è spazio per lei perchè Stef vuole una vita normale, qualcosa in Gioia si rompe e la fa sprofondare nelle acque della tristezza, dando alla luce Dolores. Debora è la sorella di Stef ma le due sono completamente diverse: in famiglia Debora viene considerata come una pecora nera con il culo grosso nettamente inferiore rispetto alla perfetta sorella. Ma in realtà, leggendo, scopriremo che non è così. Anche Debora, come Gioia, è attratta dalle altre ragazze e con estrema timidezza si avvicina ad un circolo per gay e lesbiche dove conosce il suo primo amore, Bea, che le strapperà il cuore: Beatrice è infatti già fidanzata e tradirà Debora nel peggiore dei modi. Più di un particolare accomuna quindi le vite di Dolores e Debora, le cui strade si incroceranno un giorno nell'atrio di un vecchio palazzo: che sia un segno del destino?

Un libro assolutamente delizioso. In questo libro vengono affrontate moleplici tematiche estremamente attuali attraverso diversi punti di vista. Prendiamo per esempio l'omosessualità: da una parte possiamo osservare come gli altri reagiscano di fronte ad essa in modo estremamente diverso come ci dimostrano la madre di Gioia, Elisabetta, che silentemente intuisce la diversità della figlia, e quella di Stef e Debora, assolutamente intollerante; dall'altra, vediamo come la vivono le ragazze stesse, chi cercando di reprimersi (Stef), chi cercando di comprendersi (Debora). Grande importanza è data alla figura dell'anziano, rappresentato prima da Cecca e poi da Vic e in un certo qual modo, seppur più giovane, anche da Mery: tutte queste donne aiutano le ragazze a crescere insegnando loro qualcosa sulla vita che mai potranno dimenticare. E' un romanzo di donne, in cui gli uomini non fanno la migliore delle figure: il padre di Debora tradisce la moglie e se ne va di casa, alcuni passeggeri fidanzati vengono ritratti come burattini estremamente manipolabili dalle abili mani femminili. Ma questo non vuol dire che tutte le donne facciano nel libro una bella figura: Stef, prima fra tutte, sempre preda dell'incertezza, compirà il peggiore dei tradimente; sua madre viene dipinta come una donna intollerante, repressiva ed insostenibile; Bea dimostra che non solo agli uomini piace spassarsela con più donne. Non c'è quindi perfezione, nè da una parte nè dall'altra: in un passaggio del libro, Debora ci racconta il suo stupore nello sentire le leve più giovani dell'associazione di cui fa parte, ALICE, discutere nell'amore tra donne come se fosse puro e perfetto, non macchiato dal tradimento o dalla menzogna. Non è così, siamo tutti esseri umani e come tali siamo imperfetti, sia che siamo uomini o donne. Un'altra questione affrontata che mi ha fatto riflettere è stata quella della normalità: cos'è normale?cosa significa volere una vita normale?l'essere omosessuali implica il non essere normali?
Particolare è inoltre lo stile di scrittura del romanzo: abbiamo intervallati tra loro capitoli relativi a Gioia/Dolores e capitoli con protagonista Debora che vengono narrati come una sorta di diario, come un interrotto flusso di pensieri scritto personalmente dalle due ragazze. Questo aiuta l'immedesimazione nella vicenda e fa estremamente sorridere nel momento in cui le due protagoniste si incontrano e ognuna ci narra dal suo punto di vista quello che avviene e cosa ha provato. I capitoli di Gioia in particolar modo mi hanno colpito moltissimo: il suo modo di essere, di fare, mi ha abbagliata, così come la sua capacità di usare le parole e creare mondi al di là di ogni immaginazione. L'uovo fuori dal cavagno è quindi un libro che vi consiglio di cuore e che spero possiate leggere: può sorgere spontaneo il confronto con Luna di Julie Anne Peters, ma qui il linguaggio è più forte, più crudo e forse in un certo qual modo più disperatamente reale.


Editore: Elliot
Pagine: 242
Prezzo: 16,00
ISBN-10: 8861921426
ISBN-13: 9788861921429
Vi riporto alcune frasi tratte dal libro che mi hanno colpito.

Gioia/Dolores

"Sapevo poco di Dio, a parte che era stato lui a creare l'universo, cosa che non andava certo a suo credito. In casa nostra non c'erano crocefissi nè Madonne, e quando le chiesi informazioni su Dio (dove abita, come si fa a sporgergli un reclamo, perchè ha creato le formiche rosse e i prepotenti), Elisabetta mi disse che prima o poi qualcuno me l'avrebbe spiegato, ma quel qualcuno non sarebbe stata lei. 
Perché?
Perché io non c'entro, disse lei. Togliti dai piedi che ho da fare."


"Tu non credi in Dio? verificai con Elisabetta un momento che mi sembrava di buon umore.
Non è che non ci credo, disse lei tirando la sfoglia degli agnolotti. E' che non ho niente da dirgli. Lui al suo posto, io al mio. Senza togliere niente a nessuno.
Ma lui può punirti se non ci credi?
Mi punisce già tutti i giorni, disse Elisabetta. Devo sopportare te e tuo padre."


"[Stef]Per vita normale intendo, disse guardando fuori dal finestrino, laurearmi, avere un lavoro decente, una casa decente. Una casa mia. Senza mia madre fra i coglioni. Alzarmi la mattina e non dovermi chiedere per prima cosa se ce la farò. 
Voglio una vita senza dover sempre combattere, stare all'erta, disse. Una vita tranquilla."


"Che importanza ha quello che pensano gli altri?dissi io. Anzi, è meglio infrangere tutte le regole della decenza, affrontare l'obbrobrio e il disonore. Più la gente pensa male, meno hai da perdere. Sei più libera."


"Lei era tutta la mia vita presente e futura, e io nei suoi progetti ero solo un punto morto da cui allontanarsi al più presto. Una seconda scelta, come la sezione B."


"C'era una pistola in quella mano. E stava sparando. Stava svuotando il caricatore."

"Ma non ti annoi mai, sempre lì a rimestarti le tue cavolo di idee da sola?
E' con gli altri che mi annoio, non con me stessa. Con me stessa non sono mai sola."

"Ho una cattleya sopra l'ombelico, un meraviglioso teschio medievaleggiante con i vermi che gli escono dalle orbite sulla natica sinistra, e la costellazione di Andromeda in fondo alla schiena.
E un pugnale sul cuore."

"Stef era stata la sua Waterloo e la mia Hiroshima. Cos'avremmo potuto fare insieme, se non un club di reduci di guerra, un'associazione mutilati e invalidi?
E non ditemi che esagero, perchè esagerare per me è una funzione vitale e viene subito prima di respirare."

"Lo sai, no, che sono allergica alla vita? Non la sopporto. Vic è la mia medicina."


"[Igino, padre] E' una ragazza complicata, sintetizzò lui. Quando è toccato a noi, quelle semplici le avevano già finite."

Debora

"Ho un culo martire, dovrebbero dedicargli una cappella in chiesa e un giorno sul calendario."


"[Meri]Apri bene le orecchie, Kindergarten, dice ancora mentre asciuga per terra. Lezione di vita numero uno: prima di tutto salvarsi la pelle. Numero due: non si può aiutare chi non vuol essere aiutato."


"Forse è così la vita, ti manca sempre qualcosa. Stai col fiato sospeso, e non sai perchè. Vorresti qualcosa di più. Qualcosa di impossibile, come volare. Vorresti fare qualcosa di stupendo che ci rendesse tutti un po' più contenti e possibilmente meno stronzi, e poi ti guardi intorno e dici: Io qui se sopravvivo è già tanto. E ti accontenti di volare di notte, quando sogni."

L'Educazione sentimentale di C.B.

Come Charlie Brown (a lui si riferiscono le iniziali nel titolo) innamorato senza speranza della ragazzina con i capelli rossi, anche la protagonista di questo romanzo soffre di inadeguatezza sentimentale, visto che le sue preferenze la spingono irresistibilmente a innamorarsi di bambine come lei. Nell'adolescenza, stretta tra le pareti di una scuola, non riesce a nascondere dietro il triste grembiule nero i tentativi di timidi approcci verso le compagne. Tutto sembra esplodere con il grande amore per un'insegnante universitaria, donna ideale, mito e femme fatale. Pur tenuto sul filo dell'ambiguità, il rapporto non può durare. Dopo l'inevitabile disastro affettivo la vita riprende riproponendo incontri, esperimenti e vagabondaggi, tra una Roma sonnolenta e colorita, e una remota spiaggia sarda. Nel gran finale, amore morte e coming out si mescolano in un quadro ironico, lucido e malinconico di un definitivo addio all'adolescenza. 

Casalinghe all'Inferno
Un intreccio di storie di donne che vivono, oggi, in una città del Nord Italia (che è Torino, ma potrebbe essere Milano o Verona). I personaggi si muovono attorno ad una figura centrale, Ada, proprietaria di una drogheria del centro, una sorta di paese nel paese, di città nella città, dove tutti si conoscono e dove tutti vanno per scambiarsi sfoghi, pettegolezzi, racconti di vita vissuta e drammi familiari. Il tutto tra colpi di scena e situazioni estreme. 

Svegliatevi Bambine!
Una storia dove testo e vignette si intrecciano per raccontare una favola per adulti. Le protagoniste sono due bambine, Martina e Livia, intraprendenti e determinate, ben decise ad aprire gli occhi sul lato oscuro della vita, ovvero sulle violenze e sugli abusi che si consumano ai danni delle bambine. Cosa accade se il padre (o il nonno, lo zio, il cugino, l'idraulico) è un "mostro"? Come tracciare l'identikit del "nemico"? Come tornare alla vita normale? E poi, quale vita normale? Queste e altre sono le domande inquietanti che si pongono e a cui le due danno risposte ancora più inquietanti. Come fare a ridere quando si parla di stupro, incesto, abusi sulle bambine? Smascherando i trucchi dello stupratore, per non giocare mai più il gioco della vittima.

3 commenti:

  1. Complimenti, mi piace molto la nuova impostazione del blog! Diventa sempre più bello e ricco!!!
    Ah, il libro è finito nella mia wishlist!! :D

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  2. Bellissimo libro! Finito adesso di leggere...il primo pensiero mentre lo leggevo e' stato: "potevano spendere un po' di piu' e mettere i due punti e le virgolette nel dialoghi! :) " poi mi son fatta trascinare dalla storia sono rotolata con Dolores e Debora nelle loro vite.

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