mercoledì 2 febbraio 2011

Recensione: Il Dilemma dell’Onnivoro di Michael Pollan

Ciao a tutti! Oggi finalmente c’è il sole e ho pensato di allontanarmi un po’ dai generi che di solito recensisco per parlarvi di un libro “particolare”.Avevo già accennato ad esso poco tempo fa e, ora che l’ho letto, posso dirvi qualcosa di più: si tratta de Il Dilemma dell’Onnivoro di Michael Pollan.




























OriginaleThe Omnivore's Dilemma for Kids
EditoreGiunti Y
Pagine336
Prezzo13,50
GenereIndagine/Denuncia
Votostarstarstar

sto png
Premessa: il libro è l’adattamento per ragazzi de Il Dilemma dell’Onnivoro, pubblicato nel 2008 da Adelphi.
Questo libro ci descrive le imprese di Michael Pollan, improvvisatosi detective del cibo: è quindi uno studio non tanto degli alimenti ma della catena alimentare, che dalla produzione porta il cibo direttamente nelle nostre tavole.
Pollan individua quattro catene:
~Industriale: da essa proviene la maggior parte del cibo di cui facciamo uso;
~Biologia industriale: per la vendita, è uguale alla catena sopra, ma per quanto rigurda la coltivazione, i diserbanti e i pesticidi utilizzati sono naturali;
~Sostenibile Locale: è il cibo coltivato nelle piccole fattorie che viene venduto nei mercati locali, non certo nei grandi supermercati cui oramai siamo tutti abituati;
~Caccia-raccolta:  questa è la catena “primitiva”, in cui l’uomo si procura direttamente ciò di cui ha bisogno.
Il libro è quindi diviso nelle quattro sezioni corrispondenti, in cui Pollan segue l’intero percorso del cibo dalla nascita sino al suo consumo, impersonandosi anche  agricoltore e cacciatore, per toccare con mano ciò che ci vuole mostrare.

Chiarisco subito la ragione principale delle mie tre stelline e mezzo  perchè è estremamente soggettiva: come oramai saprete tutti, leggo prevalentemente romanzi, e leggere quindi un saggio/inchiesta di questo tipo mi è costato un po’ di sforzo e parecchio tempo e talvolta mi sono annoiata.
Se invece i libri di questo genere vi piacciono e volete approfondire l’argomento cibo, è un libro piuttosto utile ma soprattutto estremamente intuitivo e di facile comprensione: potete trovare al suo interno schemi, tabelle e immagini che facilitano i concetti anche per i non addetti ai lavori.







La presenza di un’amplia bibliografia nella parte finale permette, volendo, di approfondire determinati argomenti. Inoltre alcuni concetti vengono ripetuti alcune volte in modo che rimangono ben impressi nella nostra mente: non potrete mai dimenticarvi che in tutto quello che ingerite c’è il mais, ve lo assicuro! Spesso poi ci sono brevi excursus storici molto interessanti e informazioni sulla salute che di certo non fanno mai male. Alcune cose potranno forse apparire scontate: chi ormai non sa che mangiare da McDonald’s non è cosa buona e giusta? Oppure le terribili condizioni in cui sono allevati gli animali? Ma bisogna ricordarsi che questa è la versione per ragazzi e penso quindi che sia giusto che certe cose vengano ribadite e chiarite, perchè magari i più giovani non hanno mai pensato di chiedersi cosa facesse quel pollo prima di diventare una McNugget. Ovvimante, oltre ad esporci i fatti, Pollan ci dà la sua personale opinione su essi: talvolta mi sono trovata d’accordo, altre no (come fa a sapere se un animale è felice?!), ma è comunque interessante cercare di comprendere anche il suo punto di vista alla luce di quello che si conosce e si è letto. Pollan non è riuscito nell’impresa di farmi mangiare più sano: purtroppo le cosiddette “schifezze” mi piacciono troppo (CBO ti adoro!) ma comunque le mangio con consapevolezza, cosa che molti invece non fanno. Di sicuro mi ha fatto scoprire alcune chicche sulla cultura alimentare americana, alcune curiosità che non si sa mai, possono sempre far comodo: certo, questo libro è fortemente americoncentrico, per cui talvolta ci si può sentire fortemente spaesati e, devo dirlo, consolati, perchè diverse realtà cui accenna paiono non essere ancora arrivate qui nel Bel Paese.
E poi sù, qualche suo consiglio lo seguo, mia nonna vive in campagna e quindi periodicamente ci fornisce polli, uova, verdure… insomma, ogni tanto esco dalla catena industriale e mi getto in quella sostenibile locale XD

Cover: starstarmezzastella
Interesse: starstarstar
Stile di scrittura: starstarstar

autore

Michael Pollan è un affermato giornalista e professore dell’Università di Berkley.
Collabora dal 1987 con il The New York Times Magazine ed è autore di quattro New York Times bestsellers: Food Rules: An Eater’s Manual (2010) - In Defense of Food: An Eater’s Manifesto (2008) - The Omnivore’s Dilemma: A Natural History of Four Meals (2006) e The Botany of Desire: A Plant’s-Eye View of the World (2001).
In difesa del cibo (Adelphi 2009) è stato definito uno dei migliori dieci libri del 2006 dal New York Times and the Washington Post.
Vincitore di numerosi Premi, Pollan è stato finalista per il National Book Critics Circle Award ed è apparso nella TIME 100: la classifica delle 100 personalità più influenti del 2010 del Time.
Il suo sito è: http://michaelpollan.com/

stesso autore

La botanica del desiderio


Scegliere e coltivare le piante che sono più utili può sembrare solo uno dei modi in cui gli uomini intervengono sulla natura. Ma proviamo a ribaltare la prospettiva: e se fossero state le piante a scegliere l'uomo, facendo leva sulle sue esigenze e adattandosi a esse? Lo hanno "addomesticato", si sono garantite la sua alleanza, hanno approfittato del suo interesse a riprodurle. Michael Pollan ne ha scelte quattro emblematiche - la mela, il tulipano, la cannabis, la patata - legate intimamente ai desideri umani : dolcezza, bellezza, ebbrezza e controllo. "La botanica del desiderio" ripercorre la storia politica, sociale, economica e naturale del nostro pianeta dal punto di vista di questi organismi, dimostrando, con ironia e immediatezza, che quella tra noi e loro è una relazione reciproca.

Breviario di resistenza alimentare

Cosa ci fa bene e cosa ci fa male, quando siamo seduti a tavola? Decenni di nutrizionismo, dibattiti, diete e consigli degli esperti non sembrano aver risolto la questione. Anzi, mentre i nostri scaffali si riempiono di cibi pratici, economici, studiati apposta per rispondere alle più avanzate esigenze salutistiche, la nostra salute risente sempre più di problemi legati all'alimentazione. Michael Pollan racchiude in sessantaquattro regole d'oro alcune perle di saggezza, detti popolari e trucchi per mangiare bene, dettati da secoli di esperienza e dal buon senso e che la scienza ha poi confermato.

Il dilemma dell’onnivoro

Che cosa mangiamo, e perché? Sono domande che ci poniamo ogni giorno, convinti che per rispondere basti sfogliare la rubrica di un giornale, o ascoltare per qualche minuto l'ultimo imbonitore nutrizionista ospitato in tv. Ma se quelle domande le si guarda un po' più da vicino, come fa Michael Pollan in questo suo documentato saggio, forse il primo sull'argomento a non prendere alcun partito, se non quello dell'ironia e del buon senso, le risposte appaiono meno scontate. Che legga insieme a noi le strepitose biografie del defunto pollo "biologico" riportate sulla confezione di petti del medesimo, o attraversi le lande grigie e fangose del Midwest, dove milioni di bovini nutriti a mais e antibiotici vivono la loro breve esistenza fra immensi stagni di liquame, Pollan arriva immancabilmente a conclusioni di volta in volta raccapriccianti o paradossali.

In difesa del cibo

Nel "Dilemma dell'onnivoro" Michael Pollan aveva smontato il pranzo che ci apparecchiamo ogni giorno, dimostrando che cosa realmente contenga, a dispetto di quanto dicono le etichette. In questo libro, che amplia e conclude il precedente, Pollan va oltre, demolendo una credenza particolarmente pericolosa e ormai diffusissima, e cioè che a renderci più sani e più belli non siano tanto le cose che mangiamo, quanto le sostanze che le compongono. Nel mondo immaginato dai nutrizionisti, ricorda Pollan, anziché perdere tempo a sbucciare e fare a spicchi le arance basterebbe assumere una quantità equivalente di vitamina C. Ma accade invece che gli stessi nutrizionisti mettano improvvisamente al bando le componenti della dieta che fino a poche settimane prima avevano presentato come irrinunciabili, e che per paradosso gli Stati Uniti, cioè il paese più ossessionato di qualsiasi altro dal terrore di mangiare qualcosa che fa male, o di non mangiare ciò che fa bene, si siano dati il modello alimentare più malsano e patogeno fin qui conosciuto. Il rimedio? Sarebbe semplice, sostiene Pollan: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. In altre parole, cibo, meglio se poco, e meglio ancora se verde. Sarebbe semplice, cioè, se non sconvolgesse il credo dell'industria più potente e insostituibile al mondo, quella agroalimentare. Che, come dimostrano le violentissime polemiche già suscitate da questo libro alla sua uscita, non intende arrendersi neppure all'evidenza senza combattere.

booktrailer


<img alt="" galleryimg="no" onload="var downlevelDiv = document.getElementById('78b2d6d7-2767-48b7-8abb-15c5c4886494'); downlevelDiv.innerHTML = "
http://www.youtube.com/v/O7eJ0VaphTY?hl=en&hd=1";" src="http://lh6.ggpht.com/_aP7jEMY16tQ/TUld0RP3-NI/AAAAAAAABss/BT--bCm__1o/video99f43a518649%5B49%5D.jpg?imgmax=800" style="border-style: none;" />




nuovafirma

1 commento:

  1. Sto leggendo questo libro.
    Appena l'ho preso in mano non ero molto convinta,pensavo ad un solito libro sull'alimentazione.ormai si trovano a iosa esperti in questo o quel campo che ti dicono come cosa mangiare.
    Mi è bastato però girarlo e leggere "..il fast food è cibo di cattiva qualità...per produrlo occorrono una grande quantità di petrolio e di farmaci.Quando mangi fast food mangi letteralmente petrolio".
    Adoro i panini del fast food così buoni e pieni di schifezze e sopratutto pronti quando vuoi senza dover pensare alla cena da preparare.L'ho sempre saputo che non erano il top della genuinità della salute etc,ma una volta ogni tanto... Ora però dopo quello che stò leggendo non credo che riuscirò più a portare le mie figlie in uno di questi posti.
    Unica mia speranza è sperare nella maggior ristretezza delle leggi italiane ed europee in fatto di alimenti per uomini e bestiame.ma a tal proposito mi devo ancora informare.
    Comunque stò iniziando a valutare meglio i miei acxquisti anche se non è molto semplice...sapere che la mia bistecca mi arriva da tal paese piuttosto che da un altro che è stata sezionata qui piuttosto che là e che è stata confezionata qui o là non mi dà nessuna informazione precisa su cosa ha mangiate la mucca prima di diventare bistecca.Dovrei informarmi sulle normative di ogni stato che trovo sull'etichetta... un bel lavoro,quasi come quello di Michael Pollan.
    Per fortuna ora almeno abbiamo le etichette che hanno l'obbligo di indicare la provenienza... meglio di niente anche se non credo sia sufficiente... erba o mangime infestato di antibiotici,medicine e...? questo è il problema!
    Non avevo poi nemmeno idea di quanti prodotti si potesse ottenere dal mais... mi stò faccendo un elenco delle sostanze descritte nel libro per poi cercarle nelle cose più diverse che ho in casa..
    mangiare cibo vero.Uno dei consigli di Pollan.
    Ho avuto la fortuna di mangiare per un periodo burro e formaggio prodotto da un conoscente che aveva alcune mucche (ora purtroppo per motivi d'età ha smesso) sentivo il sapore del latte in quel burro..altrochè i burri (pur costosi)del supermecato.
    Per essere arrivata solo a metà libro ( e lo ammetto aver sbirciato e letto un pò di qua e di là anche il resto) è un libro che invita a riflettere su ciò che ingeriamo.
    Buona lettura.

    RispondiElimina

Se ti va, lascia un commento!