Terza tappa del blog tour di Nemesis – La chiave di Salomone, nuovo romanzo dell’italianissimo Francesco Falconi, seguito di Nemesis – L’ordine dell’apocalisse, paranormal romance per ragazzi che ha riscosso un grande successo.
Trovate la tappa precedente del blog Tour presso il Gloria’s Literary Cafè.
Pubblicato per la Castelvecchi,
Nemesis – La chiave di Salomone riprende le vicende da dove erano terminate nel volume precedente.
«Il romanzo fantasy italiano ha trovato in Francesco Falconi il suo interprete più originale»
Pierdomenico Baccalario
«Un libro teso e appassionante»
Licia Troisi
Licia Troisi
Un Angelo Ombra e un Demone Emerso hanno osato sfidare il Patto d’Equilibrio. Pur di restare uniti, Ellen e Kevin hanno affrontato il proprio destino e il Consiglio dei Cerchi e delle Sfere. Ma, pochi mesi dopo la loro fuga da Inverness, la situazione di colpo precipita. Nelle Highlands scozzesi si agita l’ombra di un antico nemico pronto a risorgere. È Nemesis, l’Angelo dell’Apocalisse, che ha radunato nuovi Discepoli mettendoli sulle tracce della misteriosa Chiave di Salomone. All’oscuro di tutto questo, e rifugiatisi a Roma, Ellen e Kevin si trovano al centro di nuove oscure macchinazioni. Il tramonto inizia ad assottigliarsi, il Patto d’Equilibrio sta per essere spezzato, e le nature di Demone Emerso e Angelo Ombra prendono sempre più il sopravvento rendendo impossibile la loro vita assieme e spingendoli l’uno contro l’altra. Ma questa volta c’è in gioco molto di più che la loro felicità, perché Angeli e Demoni sono sull’orlo di una guerra senza precedenti, capace di annientare l’intera umanità e di spalancare i Cancelli dell’Inferno…Ecco per voi in anteprima un estratto:
Così, tra le rovine di Roma e le nebbie di Inverness, Ellen e Kevin inizieranno una corsa contro il tempo per recuperare la Chiave di Salomone, prima che l’Ordine dell’Apocalisse abbia il sopravvento. Ignari, tuttavia, che i traditori del Consiglio sono pronti a tutto pur di compiere la loro folle missione. Fino all’imprevedibile finale, in cui ogni segreto sarà rivelato.
Svoltammo sulla destra, in una strada laterale di Via del Corso. Rimanemmo in silenzio, abbracciati, a osservare la folla che entrava e usciva nei negozi, i ragazzi che schiamazzavano, la gente che si accalcava in cerchio attorno agli artisti di strada. Non era facile abituarsi al caos delle grandi città, anche Londra o Parigi erano simili. Frotte di turisti che ondeggiavano come un mare in piena, persone che camminavano spedite come in una maratona, metropolitana così gremita che si stava stretti come sardine. Niente a che vedere con Inverness, neppure durante l’ora di punta.
Chinai la testa. Non mi sarei mai aspettata però che Kevin cedesse all’insicurezza. Ero convinta che sarei stata io la prima a crollare e a trovarmi disorientata. Chissà, forse il desiderio di uscire dalle Highlands scozzesi mi aveva dato l’energia per affrontare un mondo così diverso dal mio.
Per Kevin però non era stato lo stesso. Aveva vissuto fino a sedici anni in completa solitudine nell’isola di Skye, in compagnia della nebbia, del freddo, del silenzio. Quando però ci ritiravamo nella nostra casa in affitto, tornava ad essere il Kevin di sempre, ironico e affettuoso. Alla fine era solo questione di tempo, prima o poi si sarebbe abituato a questa nuova vita. E io ero pronta ad aiutarlo in qualsiasi momento ne avesse avuto bisogno.
Appena girammo l’angolo, rimasi senza fiato. Ogni volta che mi trovavo di fronte alla Fontana di Trevi il cuore mi balzava in gola. Kevin sfogliò rapidamente la guida.
«Barocco… classicismo…», farfugliò.
«Risale al Settecento, fu progettata da Nicola Salvi. Rappresenta il mare, al centro c’è la statua di Oceano, a sinistra quella dell’Abbondanza e a destra della Salubrità. Quelli in basso sono i tritoni».
«Così non imparerò mai nulla», mi rimproverò chiudendo il libro. «Ci sei venuta senza di me, per caso? Mi reputo offeso, sappilo».
Sorrisi divertita. «Ho solo il desiderio di conoscere il paese che mi ospita, tu sei sempre occupato… E quando faccio l’orario spezzato ne approfitto per vedere qualcosa. A proposito, non hai mai visto La dolce vita di Fellini?».
«Eh?».
«Fellini, il regista».
«Ah, sì, certo», replicò lui guardando altrove.
«Angelo bugiardo», gli dissi girandolo di spalle e porgendogli una moneta. «Lasciamo perdere. Dai, esprimi un desiderio e lanciala nella fontana».
Kevin chiuse gli occhi e tirò la moneta dietro di sé. Mi accinsi a fare lo stesso, ma indugiai un istante. Il problema era scegliere un solo desiderio tra quelli annotati sul papiro chilometrico intitolato «Propositi di Ellen Lynch, stagione inverno-primavera».
Ecco, anch’io stavo mentendo. A me stessa. Inutile girarci attorno, perché c’era solo una cosa che desideravo più di tutte. Dopo otto mesi dalla fuga da Inverness, il mio unico desiderio era quello di poter riabbracciare i miei genitori e mio fratello.
Tutto qui.
Un desiderio semplice e rapido. Come la moneta che scomparve nell’acqua della Fontana di Trevi.
A Kevin non sfuggì l’espressione stampata sul mio volto. «Mi spiace, Ellen».
«Non devi dispiacertene», lo freddai subito.
«È colpa mia».
«Non lo è».
«Prima avevi una famiglia».
«La mia famiglia è sempre stata complicata».
«Adesso non puoi più starci insieme».
«Mai dire mai. Comunque, la mia famiglia adesso sei tu».
«Ellen…».
«Piantala di fare la vittima».
Come sempre, bastavano poche battute per farmi innervosire. Non era addossandosi tutte le colpe che mi avrebbe fatto sentire meglio. Mi mancavano i miei genitori e Damien, era naturale. Ma ero convinta della mia scelta. Punto. Ed era giunto il momento di affrontare il discorso, che Kevin lo volesse o no. Avevo rimandato per troppo tempo.
«Sono stanca di spostarmi per tutta l’Europa. Ho bisogno di stabilità. Chi l’avrebbe mai detto? Questa vita non fa per me. Desidero viaggiare, ma ho la necessità di un punto di riferimento. Ho il desiderio di sapere che da qualche parte nel mondo esiste un mio rifugio. Tutto qua».
«No, non possiamo», mi rispose, inflessibile.
«Kevin, non prendiamoci in giro. Sai benissimo che se l’Arconte ci avesse voluto scovare non sarebbe stato così difficile. Quanti Angeli e Demoni abbiamo incontrato durante la nostra fuga? In quanti ci hanno riconosciuto al tramonto?».
«Se mi avessi ascoltato…».
«Non voglio vivere rintanata come una ricercata».
«Tecnicamente per il Consiglio siamo due ricercati».
«Siamo due ricercati di serie B, allora».
«Può darsi», commentò adombrandosi.
«Siamo sempre Ellen Lynch e Kevin Shaw. Mostriamo le nostre carte d’identità ogni volta che affittiamo una casa, prenotiamo un hotel, accettiamo un lavoro. Insomma, non servono i servizi segreti per stanarci. La verità è molto più semplice: all’Arconte non frega un accidente di noi».
«Non possiamo stabilirlo».
Scossi la testa. «Tu che non stabilisci qualcosa? Non sei credibile. Sapevi che non ci avrebbe messo degli Emissari alle costole, altrimenti avresti cercato di recuperare delle nuove identità».
«Ed è sempre la mia intenzione, ma ero cosciente che il dialogo tra i distretti non è dei migliori, specialmente quello dei paesi dove siamo stati. E di sicuro non siamo nella top ten delle priorità del Consiglio».
«Oppure l’Arconte ha deciso di ignorarci, visto che abbiamo rischiato la vita, smascherato l’Ordine dell’Apocalisse, eliminato Nemesis. Un modo particolare per ringraziarci, chissà. Insomma, ci siamo esiliati, questo è sufficiente per il Consiglio».
«Parla piano», mi redarguì di nuovo.
«No, non parlo piano un accidente. Sono stanca di sussurrare. Voglio urlare. Voglio solo tornare a vivere».
Kevin sospirò, poi tornò ad abbracciarmi. «Lo faremo, te lo prometto. Però voglio che tu mi dica tutto, qualsiasi dubbio o malumore. Dobbiamo essere sempre sinceri tra di noi. Siamo io e te, Ellen».
Mi staccai. Sentivo le lacrime affollarsi sulle mie ciglia. «Già».
«Ellen?».
Non avevo il coraggio di sostenere il suo sguardo.
«Ellen?».
Quando incontrai i suoi occhi, le pupille mi tremarono.
«Cosa ti prende?».
Non ce la facevo più. Non potevo mentirgli ancora. Dovevo liberarmi di quel macigno.
«Dieci giorni fa ho spedito una lettera ai miei genitori».
Kevin sbiancò in volto. «Cosa hai fatto?».
«No, non ti preoccupare. Ho chiesto a un cliente del bar di spedirla da Istanbul, dove stava per tornare. Non potranno mai capire che siamo a Roma».
Lui incrociò le braccia al petto, torvo in volto. «Maledizione, Ellen».
«Sei arrabbiato?».
«Sono deluso».
«Avevo bisogno di scrivere quella lettera. Rischiavo di impazzire. Dovevo rassicurare la mia famiglia. Che un giorno ci riabbracceremo e che devono stare tranquilli», dissi tutto d’un fiato.
«Non è questo il punto».
«Lo so».
«Dovevi dirmelo».
«Non me lo avresti permesso».
«Ci avremmo ragionato insieme».
«Sei sempre tu che decidi, non io».
«Basta, Ellen!», s’infuocò in volto, avvicinandosi di un passo. «È così che deve essere il nostro rapporto? Dobbiamo fingere e mentirci alle spalle?».
Abbassai lo sguardo. Aveva ragione. Ero stata un’idiota. «No».
«Mi spiace, ma così non può andare».
Alzai subito la testa. Detesto le allusioni e le frasi dette a metà.
«Quindi?».
«Quindi devi dirmi tutto. Tutto», sillabò puntandomi l’indice contro.
Mi misi sulla difensiva. «Sono stata attenta. Ci ho pensato a lungo. Non sono un’incosciente».
«Ma non me l’hai detto. Cos’altro mi nascondi?».
Passai al contrattacco. «E tu invece? Dimmi, mio Angelo Custode, cosa mi nascondi?».
Kevin rimase un attimo in silenzio. Mi passai una mano sul volto. Avevo fatto centro, purtroppo.
«Non sono una ragazzina stupida. Quando ti chiedo cosa fai in biblioteca resti sempre sul vago. Quando torni a casa e sei nervoso, irritato, angosciato… non mi spieghi mai il perché. Succede dal nostro ultimo viaggio a Parigi. È evidente che mi nascondi qualcosa anche tu».
Kevin s’irrigidì. «Non nascondo nulla d’importante».
Abbozzai un sorriso. «Non sono una Sfera, né un Primo Cerchio. Puoi rendermi partecipe anche delle tue preoccupazioni».
Ho avuto inoltre l’opportunità di fare alcune domande a Francesco: ci siamo concentrati sul fenomeno del momento, la letteratura YA.
Benvenuto su Living For Books Francesco, o meglio, ben tornato:)
In questa tappa del blog tour vorrei concentrare la tua attenzione su un argomento che mi sta molto a cuore, e cioè la letteratura young adults/per ragazzi (nonostante la mia, oramai, veneranda età).
~Cerchiamo innanzitutto di definire cosa si intende per letteratura young adults: quali ritieni siano, a grandi linee, i requisiti necessari affinchè un libro possa essere inserito in tale categoria?
~Capovolgendo la domanda precedente, ritieni invece che ci siano argomenti/situazioni che non devono assolutamente essere presenti in un romanzo per ragazzi?
~Molti ritengono che scrivere per ragazzi sia molto più semplice che farlo per un pubblico adulto: tu cosa ne pensi?
~Recentemente, il mercato editoriale è stato letteralmente invaso da libri YA, in particolar modo appartenenti al filone paranormal/fantasy, da poco anche al distopico. Ritieni che questa "sovrapproduzione" finirà col nuocere all'editoria per ragazzi? Pensi che la quantità sia favorita a discapito della qualità?
~Riprendendo una domanda che ti è stata fatta da Ayesha di Booksblog, ti chiedo: in che cosa il tuo nuovo romanzo in uscita, Evelyn Starr - Il Diario delle Due Lune, scritto a quattro mani con Luca Azzolini, si differenzia dagli altri YA che affollano gli scaffali (oltre che per la meravigliosa copertina*_*)?
~Un'ultima domanda, anche se in realtà si potrebbe parlare per ore di questo argomento: hai in progetto altri libri per ragazzi? Puoi anticiparci qualcosina? (e dopo aver letto l'intervista rilasciata ad Ayesha aggiungo: vogliamo leggere il tuo distopico!)
Ebbene, dopo sei anni e undici libri infine ci sono riuscito. Un libro che uscirà in primavera/estate per un grande editore italiano.
Un piccolo spoiler? Lo dirò a Lucca. Ecco gli appuntamenti: http://www.facebook.com/event.php?eid=202530989820884
Grazie per essere stato con noi Francesco, spero che tornerai presto a trovarci!
Grazie a tutti i lettori di Living for Books!
Volete saperne ancora di più sul nuovo libro di Francesco? Non perdete la prossima tappa del blog tour, domani su Sognando Leggendo.
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