martedì 13 aprile 2010

Il Bambino con il Pigiama a Righe

Rieccomi qui, pronta a ricominciare a parlare con voi di libri perchè so che comunque era una cosa che apprezzava. Veniamo a noi: niente video per oggi, ma recensione scritta di un libro che mi ha molto colpito e che probabilmente molti di voi avranno letto, Il Bambino con il Pigiama a Righe di John Boyne.
Ho potuto leggere questo libro grazie alla grande disponibilità di una ragazza di Anobii, che nel gruppo Natale e Dintorni lo ha messo ha disposizione per una catena di lettura. Ne avevo già sentito parlare lo scorso anno, quand'era uscito il film, ma alla fine non mi ero mai convinta a comprarlo. Non ho visto il film, ma penso che rimedierò al più presto, perchè questo libro mi è davvero piaciuto. Affronta un argomento che tutti conosciamo più o meno approfonditamente, quello della detenzione nei campi di concentramento. Il protagonista della storia è un bambino tedesco di nove anni, Bruno, figlio di un generale nazista, che con la sua famiglia si trasferisce in un'abitazione sul limitare di Auschwitz perchè al padre viene affidato un incarico al campo. Il piccolo Bruno non ha idea di che cosa stia accadendo nel mondo e non capisce chi siano tutte quelle persone che indossano un pigiama a righe e si trovano al di là di una rete di filo spinato: sa solo che si annoia e a Auscit, come la chiama lui, non c'è neppure un bimbo con cui giocare. La noia cresce finchè un giorno, andando in esplorazione, conosce un bambino seduto dall'altra parte della rete, Schmuel. Fra i due si instaura una forte amicizia che crescerà giorno dopo giorno. Questo è in soldoni il contenuto generale del libro: non sto ovviamente a dirvi come prosegue la storia per non rovinarvi il finale, nel caso non l'abbiate letto. Il libro è scritto con uno stile estremamente semplice e scorrevole, come se fosse stato scritto da un bambino, e grazie anche a questa caratteristica è in grado di colpire dritto al cuore. Mentre Bruno infatti non capisce quello che succede, noi lo sappiamo eccome e spesso la sua interpretazione delle cose, la sua ingenuità, spiazza e rattrista. Questo secondo me è il punto forte del libro. Mi è piaciuto molto il finale e dal momento in cui ho cominciato ad intuire cosa sarebbe successo ho cominciato a piangere e a pensare "Non farlo", "Non Andare!". Un libro che quindi mi ha preso moltissimo e che consiglio a tutti!

Dati
211 pagine
BUR
10,00€
Curiosità
Ne  è stato tratto un film, di cui vi propongo il trailer

1 commento:

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