lunedì 13 dicembre 2010

Recensione doppia: Le Ho mai raccontato del Vento del Nord & La Settima Onda

Ciao a tutti! Ho pensato di unire in unico post il mio parere su Le ho mai raccontato del vento del nord & La settima onda, i due brevi romanzi di Daniel Glattauer che, insieme, ci narrano in realtà un’unica storia.
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Emmi Rothner ha 34 anni, due figli e un marito. Un giorno invia una mail di disdetta di abbonamento alla rivista Like ma, inavvertitamente, cambia una lettera nell’indirizzo. La mail non le torna però indietro e la ragazza non se ne accorge. La rivista continua però ad arrivarle ed Emmi invia allora ulteriori email, fino a quando non riceve risposta: ma a risponderle è Leo Leike, uno psicolinguista, che il giornale di cui parla Emmi non lo conosce nemmeno. Ed è proprio così, da un errore di battitura in un indirizzo mail, che comincia una corrispondenza tra i due, dapprima più titubante e formale, poi sempre più spigliata e intima e, nonostante Emmi e Leo non si siano mai visti, nasce un profondo legame. Amicizia o qualcosa di più?


In La settima onda la storia riprende esattamente dove l’avevamo lasciata nel volume precedente, che in realtà terminava senza in realtà concludere le vicende, lasciandoci “sospesi”. Vi dico solo, per non essere troppo spoilerosa, che Emmi tenta di ripristinare la corrispondenza con Leo e il loro rapporto, e nuovi fatti e personaggi si inseriscono tra di loro, nuove rivelazioni rischiano più volte di minare il loro rapporto, sino all’epilogo (non ho volontariamente aggiunto aggettivi a quest’ultima parola per non darvi indizi: sarà un happy ending o finirà in tragedia?).

Questi due volumetti si leggono tranquillamente in una giornata. Sono interamente scritti sotto forma di email e non c’è un narratore esterno, per cui noi possiamo sapere unicamente quello che i due protagonisti si scrivono (con una sola eccezione nel volume uno, un “infiltrato”). Devo ammettere che questa forma mi aveva inizialmente affascinato, ma col procedere della lettura diventa, secondo me, pesante, sfiancante: avevo bisogno di un po’ di respiro, di uno stacco dalle elucubrazioni mentali dei due protagonisti.  Nella parte centrale il primo volume mi è risultato noioso, e nel secondo volume questa sensazione l’ho avuta ancora di più.
Io sono una di quelle che non sopporta quando in un libro i due protagonisti si guardano e si saltano addosso, quindi preferisco decisamente un lungo corteggiamento, come ci viene presentato qui, ma penso che la forma abbia notevolmente penalizzato il tutto, troppo focus sui due, poche notizie su quello che li circonda. Probabilmente è un problema mio, perchè ho visto che i due libri hanno ottenuto su Anobii votazioni piuttosto alte: non sono proprio riuscita ad entrare in empatia con Emmi, mi è risultata subito poco simpatica e quindi faticavo a leggere le sue lamentele, rimostranze e quant’altro. Si finge molto forte quando invece ha sempre bisogno di essere rassicurata da Leo. Finge di avere un matrimonio da favola quando in realtà si tratta solo di una convivenza civile. Non apprezzo proprio questo tipo di atteggiamento. Inoltre mi sembra opportuno ricordarvi che non sono una fan del romance, quindi forse il mio giudizio è influenzato anche da quello. In conclusione sarebbero all’incirca tre stelline per il primo (il finale non è scontato e ha un pochino risollevato il mio giudizio), due e mezza per il secondo: arrotondo ad un tre totale.
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dati tecnici
Le ho mai raccontato del vento del Nord
Editore: Feltrinelli
Pagine: 192pg
Prezzo di copertina: 16,00€
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La settimana onda
Editore: Feltrinelli
Pagine: 191pg
Prezzo di copertina: 16,00€
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quotes23
Leo, la prego, lasci stare Uccelli di rovo! Non cerco nessuna “avventura” con lei. Voglio solo vedere che faccia ha. Per una volta, voglio guardare negli occhi il mio confidente elettronico. Se per lei questo è “tradire”, allora lo confesso, sono una potenziale traditrice.

Mi spieghi come sia possibile andare a letto con qualcuno “per un pelo”.

Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente. 

Emmi, libera di credermi un assessuato, ma grosso, piccolo, prosperoso, minuto, ampio, piatto, rotondo, ovale, spigoloso o ad angoli… non mi interessa il seno, se non so com’è la faccia che gli sta sopra.

firma21

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