sabato 24 agosto 2013

Miss Charity di Marie-Aude Murail

Ma che lettura piacevole! Come sempre per me, Marie-Aude Murail è una garanzia. Ho già letto di quest'autrice Oh Boy!, Mio fratello Simple, Cecilé e Nodi al pettine, e li ho trovati tutti molto carini e ben scritti. E Miss Charity non è da meno, è stato letteralmente una ventata d'aria fresca in questa afosa estate.

La storia di Miss Charity è ispirata alla vita di Beatrix Potter. Io, quando ho iniziato la lettura, non lo sapevo (lo ho praticamente comprato a scatola chiusa, vista la mia ammirazione per l'autrice), ma leggendo il romanzo ho intuito qualcosa, che poi il web mi ha prontamente confermato. Beatrix Potter, per chi non lo sapesse, è una scrittrice/illustratrice/naturalista inglese vissuta alla fine dell'800, primi del '900. Probabilmente molti di voi la conosceranno per i suoi racconti con protagonista Peter Coniglio. Vi lascio qualche esempio della sua arte.

 

Tornando alla nostra Miss Charity, bisogna innanzitutto chiarire che è una bambina molto particolare e piuttosto atipica per l'epoca in cui si ritrova a vivere. Ha una passione smodata per gli animali, che però non si limitata ad ammirare e sognare: nella sua nursery, infatti, abbiamo una vera e propria succursale di uno zoo. Topi, conigli, oche, rospi e ricci, nulla sfugge alla sua innata curiosità. E ovviamente ogni malcapitato è dotato di un proprio nome. I genitori praticamente non si pronunciano sulla sua passione, o meglio, di solito si scordano proprio dell'esistenza della bimba: a farle la "guardia" c'è Tabitha, una tata che la intrattiene con terribili racconti dell'orrore e che appoggia tutte le sue malefatte ben consapevole che in realtà Miss Charity "è figlia del demonio".

Oltre a quella per gli animali, negli anni Miss Charity svilupperà altre passioni e dovrà più volte scontrarsi con la dura realtà: essere una donna atipica a fine '800 non è esattamente una passeggiata. Una donna che lavora? Una donna che non si sposa? Eresia!

Il romanzo segue le vicissitudini della nostra eroina e bastano poche pagine per rimanerne completamente rapiti. La storia narrata è divertente e ironica e i personaggi sono memorabili: oltre ai soggetti inventati, tutti abilmente tinteggiati, ritroviamo anche alcune personalità famose dell'epoca, come Oscar Wilde e Bernard Shaw.

Tra una risata e l'altra Marie-Aude Murail non manca però di sottolineare l'ipocrisia della società vittoriana, la mancanza d'indipendenza delle figure femminili nonché la disperata situazione delle case di cura dell'epoca.

Molto particolare è la formattazione dei dialoghi, non introdotti da particolare punteggiatura ma scritti normalmente, subito dopo il nome del soggetto che pronuncia tali frasi, come in una sceneggiatura teatrale: mi è piaciuta molto quest'idea dell'autrice, rende la narrazione più fluida e inoltre sottolinea giustamente l'importanza che il teatro e le opere teatrali hanno in una parte della storia.

Non manca la componente romance, che non prevarica assolutamente la storia ed è ben costruita e armonizzata con il resto del testo.

Un romanzo che sembra quasi un classico, un altro centro per Marie-Aude Murail. Consigliatissimo, l'ho letteralmente divorato!

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