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venerdì 23 marzo 2012

Il richiamo della sirena di Tricia Rayburn

Il richiamo della sirena di Tricia Rayburn
(Siren, #2)



Genere: YA, paranormal
Creature: sirene
Editore: Piemme
Collana: Freeway
Pagine: 310
Prezzo: 17,00€
Voto: 3/5
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Dopo aver tragicamente perso la sorella maggiore e scoperto chi – o che cosa – realmente è, Vanessa torna a casa. Ma le sirene che ha combattuto e sconfitto adesso vogliono vendicarsi. Ed è il corpo di Vanessa quello che vogliono vedere trascinato dalla corrente. Per proteggere se stessa e coloro che ama, Vanessa ha bisogno di un potere che sa di possedere, ma che non sa usare. L’unica strada è accettare la propria natura e quello che implica. E c’è solo una persona alla quale chiedere aiuto, sfortunatamente è la stessa la cui esistenza Vanessa vorrebbe dimenticare.

my point of view

Secondo volume della trilogia Siren, Il richiamo della sirena soffre del classico complesso del volume intermedio di trilogia, il cosiddetto “volume di passaggio”.

L’azione, specialmente nella prima parte del romanzo, viene ridotta ai minimi termini. Fuoco centrale della narrazione sono le sensazioni e i pensieri di Vanessa, che ora non riesce più a riconoscersi e a capirsi. Dopo aver infatti scoperto la sua vera natura, dubita di chiunque le stia attorno: come puoi essere sicura che le persone ti vogliano bene per quello che sei e non perché sei un mostro mitologico in grado, con la sua sola presenza, di ammagliare e affascinare chiunque? Simon sarà davvero innamorato di lei, o saranno i suoi poteri di sirena a fargli provare questo sentimento? Non è facile per Vanessa convivere con questi pensieri negativi, e ciò si ripercuote anche nella sua vita quotidiana. Ha visioni di Raina e Zara, fugge improvvisamente da luoghi affollati, non vuole saperne più nulla del suo futuro, sia scolastico che sentimentale. Non è più la cara e tranquilla Vanessa che pensava di essere invisibile, ora è cosciente di essere sempre al centro dell’attenzione e la cosa la disturba. Come se non bastasse, la sua natura le crea anche diversi problemi di carattere pratico, dato che non riesce a stare per molto tempo lontana dall’acqua e dal sale e devo portarne sempre una scorta con sé. E sua madre non riesce ad affrontare la perdita di Justine mentre suo padre continua a nasconderle la verità. In una situazione del genere, Vanessa non può far altro che implodere.

Tricia Rayburn delinea molto dettagliatamente e attentamente la situazione della protagonista, il problema è che, per più di metà libro, questo rappresenta praticamente l’unico tema della narrazione. Se inizialmente ho accolto con piacere questo maggior approfondimento, dopo un po’ ho però cominciato ad annoiarmi e a chiedermi quando sarebbe finalmente successo qualcosa. Diciamo, in parole povere, che la cosa è stata tirata, secondo me, un po’ troppo per le lunghe, o che comunque l’autrice avrebbe dovuto affiancarla ad n background un po’ più movimentato.

Finalmente, nell’ultimo centinaio di pagine, la storia ricomincia a carburare e abbiamo una serie di accadimenti velocissimi che ci tengono col fiato sospeso e ci forniscono alcune importanti informazioni che vanno ad arricchire la nostra conoscenza delle sirene della Rayburn. È impossibile staccare il naso dalle pagine e seguiamo Vanessa attraverso una serie di rivelazioni mozzafiato e inaspettate, in vista di un finale… che proprio finale non è. Ma questo me lo aspettavo, dato che si tratta di una trilogia e quindi avremo tutte le risposte nel volume conclusivo, che uscirà all’estero a Luglio.

Lo stile riprende quello del volume precedente: semplice e scorrevole, con un tocco di poeticità che rende la scrittura della Rayburn intrigante e invitante. Nota stonata l’inserimento dell’ormai stranoto triangolo amoroso, che sinceramente comincia a stufare e di cui, secondo me, non se ne sentiva affatto il bisogno. Interessanti le nuove informazioni sulle sirene, anche se fa molto innervosire il fatto che nessuno si decida a spiegare per bene come stanno le cose a Vanessa, che quindi brancola nel buio.

Una lettura di passaggio, non all’altezza del precedente volume ma che mette comunque una gran voglia di leggere il volume successivo.
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autore

Tricia Rayburn vive a Riverhead, New York e attualmente vive nella parte orientale di Long Island con il suo fidanzato e con Murphy un cane pazzerello di razza  shih tzu.
Lei cerca di mangiare verdura al posto delle caramelle, ma, nei suoi momenti di debolezza, ne mangia in quantità.
Ha esordito nel 2007 con il romanzo The Melting of Maggie Bean. Sirene è il primo romanzo che viene tradotto in italiano

serie

La trilogia Siren è composta da:
~Sirene


A diciassette anni, Vanessa ha paura di tutto: del buio, delle altezze, dell'oceano... ma per fortuna Justine, la sorella maggiore, è sempre al suo fianco per proteggerla e incoraggiarla. Finché una notte, Justine si tuffa da una scogliera e il suo corpo senza vita riaffiora a miglia di distanza dalla loro casa di vacanza di Winter Harbor, nel Maine. Vanessa non riesce a convincersi che la morte di Justine sia accidentale, soprattutto dopo aver scoperto quanti segreti nascondesse la sorella che tutti consideravano irreprensibile. Poi anche il ragazzo di Justine sparisce e nello stesso tempo tutta la cittadina di Winter Harbor comincia a contare numerosi uomini affogati, tutti ritrovati con un enigmatico sorriso stampato sulle labbra. Nel giro di poche settimane, Vanessa scoprirà molte cose: come è morta la sorella, le dolcezze e i rischi dell'amore, e qualcosa di sconvolgente sulla propria natura...


 

~Il richiamo della sirena
~Dark Water (in uscita negli USA nel 2012)
le cover


yukofirma

 
***

giovedì 9 febbraio 2012

La stella nel pugno di Robert Sharenow

La stella nel pugno di Robert Sharenow


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Genere: YA, storico
Editore: Piemme
Collana: Freeway
Voto: 4/5
Pagine: 398
Prezzo: 16,50€
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Karl Stern, quattordicenne di Berlino, non ha mai pensato a se stesso come a un ebreo. Ma ai nazisti non importa che non abbia mai messo piede in una sinagoga o che la sua famiglia non sia praticante. Demoralizzato dalle continue aggressioni subite a causa di un’eredità che non riconosce come sua, il ragazzo inizia a frequentare una palestra dove nessuno sa chi è. Karl si rivela una vera promessa della boxe, e quando ha l’opportunità di essere allenato da Max Schmeling, campione mondiale ed eroe nazionale della Germania nazista, pensa sia l’occasione per il suo riscatto. Presto però la violenza del regime esplode e il ragazzo non sa se il suo allenatore, che conosce il suo segreto, lo tradirà.

dicono del libro

"Sharenow ci consegna uno splendido romanzo storico, che esamina il razzismo sia dal punto di vista dei protagonisti che di figure storiche realmente esistite."
Publishers Weekly


my point of view

La stella nel pugno è un romanzo di formazione ambientato nella Germania degli anni ‘30, in cui ci vengono narrate le vicissitudini di un giovane ragazzino ebreo la cui vita viene stravolta dal regime.

Inizialmente la vita di Karl è identica a quella di tutti i bambini tedeschi, e prosegue tranquilla anche durante la diffusione dei primi moti d’odio nei confronti degli ebrei grazie al suo aspetto ordinario e al fatto che la sua famiglia non è praticante. Ma quando alcuni ragazzi della sua scuola vengono a sapere la verità sulle sue origini, cominciano le prese in giro e i pestaggi. Karl è esile, mingherlino, e non molto coraggioso: l’unica sua arma è la fuga, ma purtroppo non sempre essa è sufficiente. La sua vita cambierà quando il grande campione Max Schmeling gli offrirà delle lezioni gratuite di boxe in cambio di un quadro della galleria di suo padre: prima ancora che dare a Karl la possibilità di difendersi, Max, con la sua proposta, gli fornisce una speranza e uno scopo da perseguire. E il giovane ebreo prende alla lettera tutti i consigli del campione, diventando un buon pugile. Ma le persecuzioni nei confronti degli ebrei si inaspriscono e Karl è costretto a fare i conti con la dura realtà. Purtroppo i suoi guantoni non bastano per salvare la sua famiglia. Non bastano i sogni.

Attraverso gli occhi di Karl, inizialmente ai margini, seguiamo l’inasprirsi dei provvedimenti nei confronti degli ebrei e vediamo come cambino le persone, influenzate da Hitler e dalla sua ideologia. Persone fino a pochi giorni prima estranee al partito, in poche ore diventano membri fedelissimi, mentre coloro che non sono d’accordo con l’ideologia nazista rimangono ai margini, stando a guardare, senza intervenire per paura di ripercussioni: i pochi che si ribellano vengono subito arrestati e deportati. Ma vediamo anche come molti ebrei, inizialmente, non si rendano conto della portata del problema: lo stesso padre di Karl più volte ripete “Figurati se faranno mai una cosa del genere” per poi essere smentito entro pochi giorni dai fatti. Come può essere possibile che nessuno stato straniero sia mai intervenuto? Che tutti abbiano chiuso gli occhi di fronte a quello che stava succedendo? Se lo chiede il papà di Karl e me lo chiedo anch’io. I segnali erano ovunque, ma il mondo ha preferito far finta di niente.

Una cosa che ho apprezzato molto di questo libro è la veridicità storica e il riferimento costante a fatti realmente accaduti: l’autore ha saputo ricostruire fedelmente non solo il contesto storico del momento, ma anche la “storia” della boxe, citando opere e pugili realmente esistiti, documentando con date e particolari i vari incontri di fama mondiale. Io non sono una fan di questo sport, ma mi è piaciuto molto il fatto che Sharenow abbia usato il ring e i pugili per rappresentare la società del momento: mentre negli USA i pugili ebrei erano dei campioni, in Germania un ebreo non poteva salire sul ring, neppure se era più forte; lo scontro tra Max Schmeling e Joe Louis diventa un combattimento tra la pura razza ariana e un essere inferiore e, mentre la vittoria può portare la vita di Max alle stelle, una sua sconfitta potrebbe determinare la sua fine.

Molto interessanti e ben costruiti i personaggi, mi ha colpito in particolar modo Hildi, la sorella di Karl: nonostante sia più piccola del fratello, avverte di più la portata di quello che sta succedendo a causa del suo aspetto più “ebreo”, che la porta a essere identificata subito in mezzo alla folla. Anche i loro genitori sono personaggi ben curati e complessi: da una parte il padre apparentemente mollaccione che nasconde un passato onorevole, dall’altro una donna al limite dell’autodistruzione, corrosa dalla depressione. E poi c’è Max, il grande campione, che di fronte alla violenza del regime rimane neutrale e che, sinceramente, ha più di una volta scatenato il mio biasimo. Una menzione speciale per La Contessa e per Neblig, due personaggi squisiti, coraggiosi nonostante tutte le loro difficoltà.

Il linguaggio è semplice e scorrevole e l’autore riesce a toccare tematiche importanti senza risultare mai pesante né saccente, con estrema delicatezza. Alle parole si alternano caricature disegnate da Karl, che, oltre al pugile, vorrebbe fare il fumettista e che spesso usa i suoi disegni per risollevare l’umore della sorella, oltre che il suo.

In conclusione, un libro che consiglio a tutti: ai ragazzi che si avvicinano allo studio di questo periodo storico e agli adulti, che cercano un buon romanzo, coinvolgente e commovente.

PS Ci sarebbero molte altre cose da dire su questo libro ma non voglio farvi troppi spoiler: nel caso lo abbiate letto sarebbe molto piacevole scambiarsi opinioni e punto di vista:)
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autore


Robert Sharenow è uno scrittore e produttore televisivo. Il suo primo romanzo, My Mother the Cheerleader, ha ricevuto numerosi premi: ALA Best Book for Young Adults, School Library Journal Best Book of the Year e il New York Public Library Book for the Teen Age. Vive a New York con la moglie, due figlie e il loro cane Lucy.

le cover

giovedì 12 gennaio 2012

Firelight di Sophie Jordan

Firelight di Sophie Jordan
(Firelight Trilogy, #1)


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Genere: YA, urban fantasy
Creature: Draki
Editore: Piemme
Collana: Freeway
Voto: 3/5
Pagine: 288
Prezzo: 9,90€
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Discendiamo dai draghi. Siamo dei mutaforma che hanno sviluppato la capacità di apparire umani per sfuggire ai Cacciatori. Viviamo nascosti nelle foreste remote, volando solo di notte, dispiegando le ali quando nessuno può vederci. Siamo Draki. Io mi chiamo Jacinda e sono il tesoro del mio branco, l’unica capace di soffiare ancora fuoco. Ma dopo aver infranto per l’ennesima volta le regole che proteggono la vita della nostra comunità, sono stata costretta a fuggire insieme a mia madre e mia sorella. Ci siamo sepolte vive in un’anonima cittadina, dove sono costretta a mantenere l’aspetto umano con il rischio di dimenticare la mia vera natura. Finché non mi sono ritrovata nella stessa scuola del mio Cacciatore. È possibile una simile coincidenza? Oppure questo bellissimo e pericoloso ragazzo non è quello che la sua famiglia vorrebbe far credere?

Firelight – La ribelle di Sophie Jordan, primo libro dell’omonima saga per young adults, sposta l’attenzione dalle creature più di moda al momento (vampiri, mannari & co.) verso una nuova specie ibrida, quella dei Draki.

La nostra protagonista, Jacinda, fa infatti parte di questa antichissima specie, dalle sembianze umane ma con la capacità di mutare in draghi: e di quest’ultimi ce n’è per tutti i gusti (d’onice, d’acqua, sputafuoco,…), ognuno con le sue caratteristiche. Ma persino all’interno del suo clan Jacinda è speciale: è la prima sputafuoco che si vede da secoli, una vera e propria rarità, che va “protetta e conservata”. C’è solo un piccolo problema: la ragazza è un po’ insofferente alle regole, soprattutto a quella che vieta di volare di giorno. È proprio contravvenendo a essa che, con la sua amica Azure, si imbatte in una squadra di Cacciatori pronta a far loro la pelle. E la situazione comincia a precipitare, in una spirale che a Jacinda appare come senza uscita: la fuga dal clan con la madre e la sorella sembra far rinascere le due donne, prive di poteri, ma per lei è un vera e propria tortura, poiché le è proibito assumere la sua vera forma, che comincia quindi a morire lentamente. E devo ammettere che fino a qui ero abbastanza entusiasta del libro: nonostante qualche clichè ormai classico degli ya (ragazza speciale, cambio scuola, ecc…), mi piaceva moltissimo l’idea di questa nuova razza e l’inizio era stato piuttosto adrenalinico. E non mi pesavano neppure le lamentele di Jacinta: le trovavo in linea con il personaggio. La Jordan spende molte parole per aumentare la nostra empatia con la protagonista, per cercare di rendere al meglio la sua condizione, e sicuramente ci riesce.

Solo che poi arriva LUI, l’amore a prima vista, e il romanzo si perde. Lasciate che mi spieghi meglio. Inizialmente la cosa non mi ha innervosito più di tanto (è inutile che mi intestardisca, nei romanzi ya è ormai obbligatoria la presenza di una love story o un triangolo): Jacinda conosce il suo “bel tenebroso” in una situazione comunque molto particolare e posso capire che provi uno slancio per lui. Come ho anche apprezzato che lui facesse parte del partito avverso ai Draki. Ma il fatto che questa attrazione diventi l’argomento principale e quasi unico del libro per diversi capitoli mi ha infastidito: io volevo sapere di più del mondo dei Draki, dei suoi capi, delle conseguenze delle azioni di Jacinda e invece mi sono ritrovata per capitoli a leggere della loro attrazione e dei pensieri angoscianti che da essa derivavano, con solo qualche misero accenno al resto. Da qui il mio disappunto.

Il finale si riprende alla grande, lasciandoci con un cliffhanger mozzafiato e lasciandomi ben sperare per il prossimo volume della saga, che spero sarà più incentrato sui Draki e sulla loro società.

Lo stile è scorrevole e il libro si legge molto rapidamente, sia nei punti piacevoli che in quelli meno.

In definitiva, secondo me, un romanzo per young adults carino che poteva aggiungere qualcosa in più al panorama urban fantasy grazie alla sua base di partenza originale, ma che si è perso strada facendo. È il primo volume di una saga, nonché il debutto di quest’autrice, per cui spero che il prossimo sia migliore. Se siete più amanti di me del romance, potrebbe piacervi da impazzire.
provaprovaprova


autore


È cresciuta in una piantagione di noci pecan, in Texas, dove ha coltivato fantasie riguardanti draghi, principesse e guerrieri fino a che non è diventata un’insegnante d’inglese. Quando non è impegnata a scrivere, esagera con la caffeina (preferibilmente caffè macchiato e diet cherry coke), discutendo di trame con chiunque abbia voglia di ascoltare (figli compresi) e intasando il lettore dvd di serie poliziesche. Attualmente vive a Houston con la famiglia.

la saga
La saga Firelight sarà una trilogia.
1. Firelight
2. Vanish (disponibile in lingua originale)

To save the life of the boy she loves, Jacinda did the unthinkable: She betrayed the most closely-guarded secret of her kind. Now she must return to the protection of her pride knowing she might never see Will again—and worse, that because his mind has been shaded, Will’s memories of that fateful night and why she had to flee are gone.
Back home, Jacinda is greeted with hostility and must work to prove her loyalty for both her sake and her family’s. Among the few who will even talk to her are Cassian, the pride’s heir apparent who has always wanted her, and her sister, Tamra, who has been forever changed by a twist of fate. Jacinda knows that she should forget Will and move on—that if he managed to remember and keep his promise to find her, it would only endanger them both. Yet she clings to the hope that someday they will be together again. When the chance arrives to follow her heart, will she risk everything for love?

3. Hidden (in uscita a settembre 2012 in lingua originale)

lunedì 24 ottobre 2011

Cacciatrici di Jackson Pearce

Cacciatrici di Jackson Pearce
(Fairytale Retellings, #1)


Genere: YA, urban fantasy, retelling
Creature: fenris
Voto: 4,5/5
Editore: Piemme
Collana: Freeway
Pagine: 290
Prezzo: 16,00€
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Scarlett March ha dedicato la sua intera esistenza a cacciare i Fenris, i lupi mannari che quando era ancora una bambina le hanno portato via gli affetti e lasciato il corpo e il volto ricoperto di cicatrici. Scarlett vuole vendetta, e il suo cuore non troverà pace finché non avrà ucciso fino all'ultimo lupo. Rosie March deve la vita alla sorella maggiore e come lei è una cacciatrice. Ma quando il rapporto con Silas, un giovane boscaiolo amico di Scarlett, diventa più profondo, Rosie comincia a pensare che la sua vita potrebbe essere diversa... Amare Silas significherà tradire sua sorella e tutto quello per cui lottano?

Jackson Pearce in Cacciatrici prende spunto dalla fiaba di Cappuccetto Rosso, discostandosi poi da essa per creare un urban fantasy originale e dinamico.

Presumo che più o meno tutti conoscano Cappuccetto Rosso (o Red Riding Hood, che dir si voglia): Jackson Pearce pesca dalla sua storia alcune figure, come il taglialegna, la nonnina e i lupi, e alcune caratteristiche, come l’immancabile mantellina rossa. Non si limita però a prendere questi particolari e trasportarli nella sua storia, bensì li riplasma portandoli a nuova vita. E così nascono i Fenris, umani in grado di trasformarsi in lupi che danno la caccia a giovani ragazzine indifese, bramosi di mangiarle.

Per fortuna esistono dei Cacciatori che cercano di evitare che ciò accada: basta utilizzare un’esca, una giovane fanciulla con indosso una mantellina rossa, che manda i lupi in visibilio e ne diminuisce la prudenza, rendendoli bersagli. È questo ciò che fanno Scarlett e Josie, sorelle cacciatrici unite dalla voglia di sterminare i Fenris che hanno distrutto la loro unica famiglia quando erano ancora piccole. Anche se in realtà non è proprio così: Scarlett è la macchina da guerra che ha votato la sua esistenza alla caccia e all’uccisione dei Fenris; Rosie fa la cacciatrice più per un senso di gratitudine nei suoi confronti che altro. Quindi quando si prospetta l’opportunità di una vita diversa, Rosie ne viene tentata. E non sarà facile scegliere.

«Abbiamo lo stesso cuore» mormoro, spostandomi i capelli dalla faccia bagnata. Lo stesso cuore, strappato in due perché io potessi stare ancora al sicuro nel grembo di nostra madre mentre Rosie metteva il suo corpo davanti al mio. Il suo corpo di fronte al mio, perché io potessi restare illesa davanti alle zanne e agli artigli di un mostro. Sempre lei a proteggermi, sempre lei a essere ferita, tagliata e mutilata, mentre io vedo ancora con tutti e due gli occhi e posso pensare a una vita al di fuori della caccia.
Sono egoista, meschina ed egoista.

Del resto, chi di voi vorrebbe vivere una vita fatta solo di morte, agguati e sangue? Rischiando continuamente, ogni giorno, la propria vita? D’altra parte però come si può restare con le mani in mano sapendo di essere in grado di fare qualcosa che potrebbe salvare giovani ragazzine ignare di tutto? Queste sono le due posizioni che prendono vita durante la lettura della vicenda, e personalmente ho sempre appoggiato la visione di Scarlett: come si può non dare la caccia ai Fenris sapendo della loro esistenza e conoscendo il modo in cui ucciderli? Certo, la sua visione è decisamente estremista: per lei non esiste divertimento, né svago, né vacanza. Però è comprensibile secondo me, visti gli eventi scioccanti cui è stata testimone da piccola (Rosie era talmente piccola da ricordare a malapena) e di cui porta i segni indelebili sul viso e sul corpo, segni che la sfigurano e che non potranno mai scomparire e che la condannano a una vita da esclusa. Non c’è niente di semplice in Cacciatrici: la Pearce ha creato personaggi sfaccettati e complessi che coinvolgono il lettore e lo spingono a riflettere sulla loro condizione e la loro storia, nonché sui rapporti che tra loro intercorrono, di amicizia, di sorellanza o di amore. La storia, che all’apparenza potrebbe apparire come un semplice urban pieno di azione, nasconde in realtà molto di più.
Buona la rappresentazione dei Fenris, estremamente animaleschi e repellenti: l’autrice descrive ogni minimo cambiamento che avviene nel loro corpo quando si avvicinano alla preda, la circuiscono e, infine, l’attaccano. Sono più di semplici lupi mannari, in loro il lato umano è praticamente del tutto scomparso, sono solo bestie feroci e fameliche, pronte a tutto.

La storia poi è trascinante: dopo una parte iniziale che ci mostra il mondo in cui vivono e si muovono Scarlett e Rosie, ha inizio la storia vera e propria, la ricerca, l’evoluzione. L’azione è incalzante ma non manca anche l’elemento romance, molto più credibile rispetto a quello che oggi si ritrova in molti romanzi, in cui i protagonisti si vedono e si innamorano senza sapere nulla l’uno dell’altro. Silas è amico delle sorelle March sin dalla sua infanzia ed è compagno di caccia di Scarlett: non ci sono segreti tra loro, si conoscono meglio di quanto i suoi stessi fratelli conoscano il nostro giovane taglialegna.

In definitiva, un romanzo con un buon ritmo, interessante e ben scritto, che consiglio a chi è alla ricerca di un urban per ragazzi.
Non vedo l’ora di leggere il prossimo volume della saga Fairytale Retellings, Sweetly, che prenderà spunto dalle vicende di Hanse e Gretel!
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autore

Jackson Pearce è nata nel 1984 in North Carolina e adesso risiede in Georgia. Prima di Sister Red – Cacciatrici ha scritto un altro romanzo dal titolo As you wish, un urban fantasy pubblicato da Harper Collins nel 2009. Cacciatrici fa parte di una trilogia di retellings a cui seguiranno i titoli Sweetly e Fathomless, in via di pubblicazione negli Stati Uniti.

firma hallo