I diari della falena di Rachel Klein
Parole chiave: Mistery, YA
Pagine: 343
Formato: Paperback
Editore: Einaudi
Data di pubblicazione: Ottobre 2011
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In un elegante collegio, una ragazza di sedici anni affida al proprio diario i propri pensieri più intimi. L'oggetto della sua crescente ossessione è la sua compagna di stanza, Lucy Blake, e l'amicizia di Lucy con la loro nuova e inquietante compagna di classe, l'enigmatica e lunatica Emessa, pallida e dagli occhi ipnotici. Attorno a lei vorticano voci misteriose, sospetti e segreti, così come una serie di sinistre sciagure. Mentre la paura si diffonde per la scuola e Lucy non è più la stessa Lucy, fantasia e realtà si mescolano finché ciò che è vero e ciò che è solo immaginato si fondono in un incubo a occhi aperti che risveglia le ansie, la lussuria, e le paure dell'adolescenza.
Non è per nulla semplice parlarvi de I diari della falena. Ho ricevuto questo libro in regalo da un'amica di famiglia alcuni anni fa (grazie Romina!) e poi l'ho lasciato sullo scaffale a riposare, in attesa: per una sfida a squadre su Anobii avevo come compito il leggere un libro con la parola diario/diari e così la mia scelta è ricaduta su questo. Ne sono molto contenta, e soprattutto sono contenta di aver atteso tento a leggerlo perché penso che, sinceramente, un po' di tempo fa non sarei riuscita ad apprezzarlo molto.

I diari della falena è una lettura stranissima. La storia ci viene raccontata dalla protagonista sotto forma di diario, da Settembre a Maggio, diario che viene aggiornato con regolarità di nascosto, in modo ordinato e piuttosto dettagliato. Perlomeno all'inizio. Giorno dopo giorno veniamo a conoscere le ragazze che abitano il collegio, i professori, assistiamo a lezioni, pranzi, cene, gite e quant'altro. Pian piano però Ernessa, la nuova arrivata, diventa sempre più protagonista del diario e ci vengono descritti tutti i suoi comportamenti, le sue frasi e tutte le teorie e le sensazioni della protagonista in proposito. Niente di eccezionale, direte voi, no? Ed effettivamente la sensazione iniziale è questa. Anzi, devo ammettere che nel romanzo l'azione è praticamente ridotta ai minimi termini, succede davvero poco e raramente qualcosa di eclatante. La protagonista poi tende a sparare un po' sentenze su tutto e tutti, spargendo giudizi a destra e a manca, ritenendosi spesso più intelligente e superiore rispetto alle altre.

Si potrebbe probabilmente inscrivere questo romanzo nella categoria "narratori inaffidabili", infatti mi ha ricordato moltissimo Bugiarda di Justine Larbalestier e, come esso, non dà risposte certe, lascia al lettore la possibilità di credere a quello che vuole. E, nonostante mi urti, adoro questo tipo di romanzi.
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