lunedì 5 dicembre 2011

Warm Bodies di Isaac Marion

Warm Bodies di Isaac Marion


Genere: sci-fy, paranormal romance
Creature: zombie
Editore: Fazi
Collana: Lain
Traduttore: T. Lo Porto
Pagine: 269
Prezzo: 14,50€
Voto: 3,5/5

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R è uno zombie in piena crisi esistenziale. Cammina per un'America distrutta dalla guerra, segnata dal caos e dalla fame dissennata dei morti viventi. R, però, è ancora capace di desiderare, non gli bastano solo cervelli da mangiare e sangue da bere. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, la sua capacità di comunicare col mondo è ridotta a poche, stentate sillabe, eppure dentro di lui sopravvive un intero universo di emozioni. Un universo pieno di meraviglia e nostalgia. Un giorno, dopo aver divorato il cervello di un ragazzo, R compie una scelta inaspettata: intreccia una strana ma dolce relazione con la ragazza della sua vittima, Julie. Un evento mai accaduto prima, che sovverte le regole e va contro ogni logica. Vuole respirare, vuole vivere di nuovo, e Julie vuole aiutarlo. Il loro mondo però, grigio e in decomposizione, non cambierà senza prima uno scontro durissimo con...

In Warm Bodies ci ritroviamo in un non ben precisato futuro in cui gli zombie si sono diffusi sulla terra e sono rimaste solo poche, piccole roccaforti di esseri umani ancora in vita.

E fin qui niente di nuovo sotto il sole, dato che “la piaga zombie” è un tema che è stato molte volte affrontato, non solo da scrittori ma anche da registi e sceneggiatori (vedi, per esempio, la recente serie TV The Walking Dead, con i vari annessi libri e fumetti).

Marion però inserisce nel suo romanzo un elemento originale, che ha fatto storcere il naso a molti, in parte me compresa: l’amore tra uno zombie e una umana.

Se pensiamo alla concezione che la maggior parte di noi ha degli zombie, ci figuriamo delle persone decedute in decomposizione  che avanzano con fare strascicato sussurrando “Cervellooooooooo”.

L’autore parte da un quadro simile: gli zombie ondeggiano per la città, chi più chi meno integro, dando la caccia alle persone in vita per nutrirsi di loro. Ma c’è un motivo per cui la loro meta più ambita è il cervello di una persona: ingerendolo infatti i non morti sono in grado di rivivere alcuni istanti di vita dell’individuo in questione, di risentirsi vivi. Inoltre queste creature sono in grado di parlare (niente di troppo complicato,eh) e hanno costituito una sorta di società, in cui si sposano e hanno figli che portano a scuola, il tutto ovviamente in non morto style: per esempio, i piccoli zombie a scuola imparano come attaccare i vivi e procurarsi del cibo.

R. sembra apparentemente uno zombie come tutti gli altri, finché non assaggia il cervello di Perry: i ricordi del ragazzo gli compaiono vividissimi nella mente ed è come se la sua mente e il suo essere si insinuassero in lui.  Quando voltandosi R. vede Julie, la fidanzata di Perry, prende una decisione che cambierà per sempre il mondo: decide di salvarla e di proteggerla. Diventa uno zombie cosciente, uno zombie con degli scrupoli: inizialmente queste sensazioni, questo suo modo di essere, sono limitati al suo rapporto con Julie, ma pian piano R. sembra tornare una persona.
Certe volte me ne sto seduto qui con il motore che romba, le mani mollemente poggiate sul volante, bramando che mi baleni un ricordo vero. Nessuna sensazione confusa nè vaga conoscenza saccheggiata dall’inconscio collettivo. Qualcosa di preciso, a tinte forti, vivido. Qualcosa di inequivocabilmente mio. Mi sforzo, cercando di liberarmi dall’oscurità.

Ho accettato questa umanizzazione dello zombie, apprezzando la sua originalità: non sono però riuscita a mandar giù l’atteggiamento di Julie nei suoi confronti. Lo so, non ci si deve fermare alle apparenze, ma come si può rimanere noncuranti di fronte a un cadavere in decomposizione che ti parla, ti tocca, ti abbraccia?

Lo so, anche i vampiri sono morti, ma almeno non rischiano di perdere brandelli di carne mentre camminano! La relazione zombie-umana non è una situazione che al momento riesco a figurarmi senza disgusto. È un peccato perché la storia d’amore che Marion descrive è molto bella e intensa: bisogna però riuscire a sorvolare sulle condizioni della parte maschile, cosa per cui al momento non sono evidentemente ancora pronta.
Ma gli scheletri nell’armadio di Julie non mi fanno paura. Non vedo l’ora di incontrarne altri, di guardarli fisso negli occhi e dare loro una decisa e scricchiolante stretta di mano.

La narrazione è un po’ lenta ma il romanzo è ben scritto e ho apprezzato molto l’idea di inserire, a inizio di ogni capitolo, l’immagine di una diversa parte del corpo.

In definitiva un buon romanzo, che apprezzerete molto più di me se riuscirete ad accettare l’idea di una ragazza che si lega a uno zombie.
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autore

Isaac Marion è nato nel 1981 in una remota cittadina dello Stato di Washington, vive da sempre a Seattle. Per sopravvivere ha svolto decine di lavori (per lo più improbabili) fino a quando un suo racconto, I Am a Zombie Filled with Love, non è diventato la short story più cliccata d’America dando vita al progetto di Warm Bodies. Personaggio eclettico, Marion è pittore e musicista per passione, http://burningbuilding.blogspot.com/ è il sito su cui si possono seguire le sue evoluzioni artistiche.

1 commento:

  1. Anche io ho appena finito di leggere questo libro e come te ho faticato parecchio a fare il tifo per una storia d'amore fra zombie e umani. Insomma.. sono cadaveri in decomposizione! Ma ho trovato che Marion abbia saputo rendere la loro storia d'amore speciale. L'amore fra R e Julie è platonico più che fisico, e questo mi ha aiutato ad apprezzare davvero il libro, senza scene di contatti fisici fra i due (diciamoci la verità, sarebbero state quasi di cattivo gusto).
    R mi ha fatto battere forte il cuore in più di un occasione ^///^

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