Trevor. Non sei sbagliato: sei come sei di James Lecesne
Parole chiave: Contemporary, LGBT, YA
Pagine: 106
Formato: Hardcover
Editore: Rizzoli
Data di pubblicazione: Ottobre 2014
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Trevor di James Lecesne nasce in realtà come spettacolo teatrale, da cui è stato tratto un cortometraggio premiato dall'Academy Award nel 1995 e infine, due anni fa, questo libro. Ma Trevor in realtà è ancora di più: l'autore è infatti cofondatore del Trevor-Project, un telefono amico per ragazzi LGBT che hanno bisogno di sentire una voce amica. Il tutto è oltremodo ammirabile, peccato però che come romanzo non sia in realtà, secondo me, il massimo.
Quando sei giovane, qualsiasi cosa ti capiti la gente ti dice che la supererai, che te la butterai alle spalle; lo dicono come se ciò che provi, i tuoi sentimenti, non fossero veri, o al limite soltanto un semplice allenamento per affrontare quello che puoi arriva crescendo. Ma a contare è solo ciò che abbiamo nel presente. L'amore che oggi sentiamo è ciò che sappiamo dell'amore; è ciò con cui dobbiamo fare i conti. La gente rifiuta di ammettere che a volte proviamo sensazioni così forti che vorremmo solo stenderci per terra e morire piuttosto che continuare a provarle. Non sto dicendo che sia una bella cosa, questa; dico solo che è così che va. E lo so perché a me è successo.

Trevor è una storia di formazione che ha un primo evidentissimo difetto: è troppo breve. Tolte le prefazioni, non raggiunge neanche il centinaio di pagine: gli eventi quindi si succedono rapidi, poco approfonditi, perdendo un po' di consistenza e apparendo poco realistici. Ciò che magari per un cortometraggio poteva andare bene, non rende altrettanto bene in forma di romanzo, rendendo difficile per il lettore l'immedesimazione e la comprensione di certe dinamiche. Capisco l'importanza che ha avuto questa storia alla sua nascita, alla fine degli anni '90, quando argomenti come sessualità e suicidio erano un tabù: ad oggi però questo libro lascia un po' il tempo che trova, senza colpire particolarmente né lasciare il segno.

Lodevole comunque l'iniziativa del Trevor Project così come l'idea fondamentale del romanzo, decisamente migliorabili esecuzione e sviluppo.
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